ITALO VALENTI, Le maghe e la luna
Valenti entra di diritto nell’area di Corrente: e tra questi pittori – che non sono né mistici, né ermetici, ma che, contro la freddezza e la castità del classicismo dei primi maestri del nuovo secolo, hanno ripetuto un antico richiamo e un’antica lezione -, Valenti porta una sua urgenza nervosa ed inquieta, che s’appaga solo in forme lucide, suraturali – e il suo colore ha degli scatti abbaglianti”‘: così Luciano Anceschi accredita definitivamente la pittura di Italo Valenti (Milano 1912 – Ascona 1995) nella presentazione della sua mostra personale che nel maggio del 1941 si tiene alla Bottega di Corrente. Non senza aver prima considerato che “Tra i pittori di Corrente, Valenti era apparso sempre dei più acerbi: un interessantissimo pittore in formazione con un temperamento da “piccolo maestro”, ma gli mancava la voglia o il tempo, o la condizione favorevole per impegnarsi, per andare fino in fondo… Un vago impressionismo intelligente e colto (che ‘arrischiava talora in acute ricerche di chiaroscuro tonale) finiva col risolversi in modi gracili e troppo docili, in un linguaggio troppo debole e incerto, al servizio di una poeticità di svanimenti in una fantasia estrosa, un po’ ironica e nervosa”.