Riproposte le preziose opere dell’artista
a cura di Simona Ostinelli
Sono trascorsi cinque anni dalla grande mostra allestita a Casa Rusca a Locarno, ed ecco riapparire il pittore che amava la luna, le maghe, i viaggi e la poesia. Una cinquantina di opere sono infatti esposte alla Folini Arte Contemporanea di Chiasso, fino al 12 aprile, in una rassegna che si potrebbe intitolare «per ritrovare Italo Valenti». II primo a riaccostarsi al pittore milanese di nascita e ticinese d’adozione, scomparso nel 1995, è lo studioso Carlo Carena, profondo conoscitore del suo percorso, che ora scrive: « Ritrovare un artista come Italo Valenti è ogni volta un piacere sopraffino, un’emozione che si ravviva, un’esperienza che sempre arricchisce. Non lo si ritrova mai invano, anche se lo si fosse incontrato cento volte com’era nella vita, poiché si ha a che fare non soltanto con uno dei maggiori pittori italiani del Novecento, ma con uno spirito ricco che ci trasmette discretamente la sua lezione», Una lezione che ha attraversato un secolo di arte con coraggio ed emozione, passando da una ricca e pastosa pittura figurativa ad un astrattismo lirico, che comincia negli anni cinquanta, quando non solo per l’artista, ma anche e soprattutto per l’uomo, ha inizio una seconda stagione.
Scorrendo la biografia si scopre che nella vita di Valenti c’è un prima e un dopo, e un anno – il 1952 – rivelatore di cambiamenti importanti. Prima c’è stata la docenza a Brera, la lotta al fascismo, le esposizioni che lo fanno conoscere a livello internazionale. Dopo ci saranno il trasferimento a Locarno, il matrimonio con la poetessa Anne de Montet, le frequentazioni con Remo Rossi e con tutti gli artisti internazionali li gravitano, da Arp a Bissier, da Nicholson a Richter. E ancora altre ispirazioni, la scoperta dell’astratto e di nuove modalità espressive. La mostra alla Folini Arte Contemporanea si concentra su questo secondo periodo, con una serie di opere di grandi dimensioni eseguite dal 1954 agli anni settanta, che evidenziano il processo di riduzione al quale l’artista è via via approdato. Sintesi, nitore, esplosione cromatica degli oli, omaggio ai luoghi (Amsterdam, L’isola del sole, Vicenza) che per Valenti hanno rivestito importanza.
In apparente e assoluto contrasto, la mostra presenta anche un corpus importante di opere su carta, inchiostri di china eseguiti fra il 1975 e il 1984, che mostrano un artista sempre alla ricerca dell’equilibrio formale ma che ora ama confrontarsi con nuovi temi. Queste preziose carte, che contornano soggetti come lune, maghe, isole e mele, sono una sorpresa assoluta anche per chi già conosce il percorso del pittore, al quale bastano pochi e delicatissimi segni per evocare un sogno, un’emozione. E allo spettatore basta alzare lo sguardo dalla sottile linea di china che delinea l’orizzonte, per perdersi oltre quel confine.
Ostinelli, Simona, Il lirismo di Italo Valenti, Corriere del Ticino, marzo 2008