Collage: una poetica del frammento

a cura di Matteo Bianchi


Scrivere sul collage- per frammenti: in corrispondenza al carattere del liguaggio che declina nella sua varietà. Scrivere in relazione alla lingua e al suo stile, alle sue figure.

È difficile tracciare un ritratto del collage – modello di soluzioni impreviste – che si esprime per frammenti oltre il criterio dell’unità dell’opera; come oltre la trama compiuta del romanzo tradizionale si apriva la forma poetica del verso libero che sospende la rima nel frammento. Prelude il collage un’idea latente che ne svela intento e movente.
Come il trompe l’oeil, che sembra fatto per sognare e invita al dialogo fra illusione e realtà: un effetto speciale che abita le vecchie stampe dell’Ottocento. Intenti e prove di collage appaiono in atlanti, carte, panorami, manifesti: immagini legate al viaggio, al turismo e alla pubblicità, nelle quali si registrano soluzioni grafiche forti – come l’inserto delle lettere. Si fa ricorso alla stampa e alla fotografia. Si scrivono parole & figure. Frammenti di vita quotidiana si stagliano nelle nature morte di John Haberle e William Harnett (intorno al 1860): sono quadri che iscrivono sulla superficie dipinta con estrema cura, biglietti appesi e oggetti posati, segnati da fili d’ombra che suggeriscono il rilievo. I loro elementi suscitano allo sguardo liste tipiche di accumulazioni successive. Le tavole delle ‘intimità’ di Félix Vallotton, del 1890 – in lingua profilata, dal tratto preciso – sembrano tagliate con le forbici: in sequenza e con didascalia, incrociano classicità e fumetto. Poco dopo a sorpresa, nelle sue combinazioni originali e nelle diverse tecniche miste, Adolf Wölfli assembla ritratti e paesaggi, elementi legati alla figura e alla natura – dispone fotomontaggi precoci. Nature morte dipinte, carte e stampe funzionano già come collage – forse senza saperlo – prima della data di nascita di questa invenzione delle avanguardie, fissata nel 1912 dalle prove congiunte di Braque e Picasso. Il principio del collage s’instaura prima della sua pratica linguistica: tracce del suo intento precedono il codice, come il simbolo che anticipa gli ‘istmi’ a seguire. L’immagine del collage accoglie una poetica del frammento. Si organizza per contrasto o su ritmo armonico. Si compone nella figurazione, oppure si scioglie nell’astrazione. L’immagine del collage unisce diversi statuti dell’opera e funziona secondo le sue regole: ordina gesti in libertà. La sua azione si compie d’istinto, e per via concettuale – con dispositivo simultaneo. Resiste il collage, al limite della lingua spezzata, sulla spinta del desiderio di ricomporre l’immagine. Quali regole di montaggio partecipano alla ricostruzione del discorso figurativo? Risponde il collage al taglio della forbice, e incolla per dare forma alla nuova immagine che si disegna. Cresce la sua immagine – arricchita di soluzioni tecniche e di materiali – per accumulazione. E assume nella sua varietà l’infinita gamma dei colori e delle lettere. l’immagine del collage custodisce la differenza: si attua nello spirito che combina fra loro elementi della diversità disposti a vivere insieme nello spazio simbolico del quadro. Nasce da un’idea democratica il collage, la sua immagine passa in versione multilingue e riflette l’insieme delle cose legate alla frammentazione della vita quotidiana. Tende ad accettare la diversità l’immagine del collage – libera e aperta. Disegnare con le forbici, ritagliare, poi s’incolla… carte tagliate, giunte o strappate si accostano per sovrapposizione, inserti e frammenti giustapposti si dispongono nello spazio del collage e si fondono per assemblage in altri materiali: oltre le carte, nelle varianti di foto e giornali, ci sono il legno, la stoffa, la pietra, il metallo, e altri inserti per infinite soluzioni. Si contamina la modalità del collage. La mobilità dell’immagine si legge in trasformazione; dietro agli schermi, come al cinema, passano di continuo le figure e le cose – in transito. La presenza simultanea dei frammenti si registra nei diversi campi – carte, tele e schermi. Lo spazio del collage instaura il dialogo dei frammenti tesi all’unità del discorso: l’operazione si compie per contrasto, unitaria, attraverso il recupero di un’armonia perduta, secondo un ritmo diseguale.. Il collage si fonda sull’idea della varietà spinta talvolta alla figura dell’ossimoro: funziona il collage nel rapporto che coniuga l’estrema diversità – come per esempio: collage/décollage, dove l’azione oscilla fra mettere e levare; stabile/instabile, alla ricerca di un equilibrio difficile. E ancora, nel dialogo fra aplat e rilievo, dettaglio e totale, chiaro e scuro, pieno e vuoto, colore e b/n – e così via… Il collage registra atteggiamenti oscillanti dall’impulso lirico all’istanza mentale e risponde a funzioni distanti quando passa dall’espressione poetica all’impegno sociale. Ampia strumentazione del collage che suggerisce l’improbabile amalgama voce alla protesta – come John Hearthfield. di soluzioni diverse: slanci poetici e gesti in libera, per dare forma alla possa, Costante attualità del collage che privilegia il dialogo di parole & figure – come si legge sui manifesti e sui muri – e che affiora di continuo agli schermi in tuta la sua estrema diversità: con un tocco leggero passiamo dal lusso alla miseria, dalle bombe agli spot – come se niente fosse. E così si apre allo sguardo il drammatico collage del nostro tempo, con le sue verità mischiate alla finzione, confezionate per una facile digestione. Che invece si rivela difficile dietro agli schermi di blob’ ricuciti da Enrico Ghezzi. E una parodia gustosa e amara, nella quale i diversi eventi sono accostati per successive analogie, per contrasti forti. In televisione, come nel computer: taglia, copia e incolla… Il collage produce uno spazio in libertà, aperto alle corrispondenze, capace di suscitare nuove figure, sensibile al richiamo di voci lontane – come quando sfoglia l’album dei ricordi. Il collage è una struttura aperta, capace di sognare, di suggerire l’incanto di una fiaba, d’inventare racconti per immagini. I frammenti dell’immagine composita del collage, come i diversi elementi dell’assemblage, agiscono per contaminazione, in relazione fra loro: si stabiliscono delle liste, si colleziona… Lingua e stile conferiscono struttura, ritmo all’immagine, nell’intento di ricomporre il mosaico, il puzzle… alla ricerca del pezzo mancante – come scriveva Perec nella sua lista delle ‘cose della vita’: istruzioni per l’uso. Il collage è una produzione di segmenti figurati, una suite d’infinite scaglie.. ricostruisce la sequenza, riprende il filo del discorso. E al tempo stesso funziona. Un catalogo del collage coniuga la varietà dei numeri che si alternano nelle liste, delle tecniche e dei materiali, soprattutto del linguaggio – ibrido che si fa composito. Dal collage all’assemblage il passo è breve: procede per accumulazione verso la scultura, anche se la scultura procede in senso contrario, per levare. Collage e assemblage sono in rima quando l’aplat assume rilievo e il profilo dell’immagine diventa bidimensionale. Per addizione, ma anche per sottrazione funziona il collage: décollage, carte strappate – come Wols e Rotella. Altri dialoghi ‘instaurano fra immagine e testo, fra realtà e sogno, fra antico e moderno, fra memoria e prospettiva, fra emotivo e mentale, fra astratto e figurativo – nella varietà delle tecniche e dei supporti – ma soprattutto fra scarti del quotidiano e frammenti di poesia, che agiscono in contaminazione nella struttura aperta del collage: la loro azione congiunta ne definisce lingua e stile. Si alternano elementi legati alla rivoluzione dell’immagine, ora tesi verso la sua nuova tradizione. La lingua del collage accoglie la citazione, libera e fra virgolette: cita parole & figure, ritagli di foto e giornali, mescola tecniche e materiali. Si configura in uno stile il collage, per frammenti. Lingua e stile, frammenti di poesia e realtà, disegnati con le forbici, s’incollano alla struttura dell’immagine che ‘inventa e si rinnova. Frammenti della memoria e dell’invenzione si ricompongono nella trama, fra le maglie del collage – per contaminazione. Nel tempo e nello spazio dell’opera si compiono suggestive metamorfosi.

L’insieme delle cose – parole & figure

L’insieme delle cose assembla frammenti di poesia: Emilio Tadini scrive: “bricolando sintagmi”. Il suo collage di piccoli valori quotidiani si compie quando la sera torni a casa, vuoti le tasche e lasci sul tavolo monete e il biglietto del tram. L’insieme delle cose s’inquadra al vivo e da luogo a un’immagine disseminata di oggetti sparsi della memoria – del viaggio. Sulla distanza si compiono brevi storie legate alla metafisica del quotidiano. Sono storie che continuano oltre il bordo della pagina, come in un film. Figure tagliate, piccole e grandi, sprigionano “*’oscuro bagliore del futuro”: sono i profughi con le valigie che non si disfano mai. “Un mondo che va in pezzi che cos’è che può tenerlo insieme in una figura? È la forza della rappresentazione”. Di un giusto collage che sappia accogliere la differenza, sentire l’analogia: nel segno della varietà per rispondere al bisogno umano di poesia. Les mots dans la peinture incrociano parole & figure: Michel Butor sperimenta il rapporto fra immagine e testo dalle diverse sponde. Il suo invito suscita il desiderio di un nuovo progetto… Scrive Butor che l’apprendimento del reale non può che essere frammentario – la verità si cela nel dettaglio. La sua scrittura è come un puzzle che cresce stimolata da altri autori ma si chiude sul proprio libro – il pezzo che manca. Scrive Butor che le immagini fanno parte del nostro essere: le cartoline che ci regala sono collage di parole & figure – pagine magiche. Scrive Butor su Matisse, sulle variazioni del motivo decorativo condotte alla soglia dell’astrazione – fino al piacere dello sguardo: sono frammenti di felicità questi collage di Matisse: Aragon scriveva “ritagli del cielo” Agisce Prévert in versione multilingue: scrive per il cinema e scrive poesie, fiabe e canzoni. La sua scrittura illustra svariate immagini. A sua volta fa dei collage… ma è soprattutto il corpo della sua opera a funzionare come un meraviglioso collage. Prévert è una metafora ideale del collage, ne illustra il respiro: nelle sue Paroles, “avvenimenti’ sono attraversati dal volo di rondini, inventari’ sono scanditi da orsetti lavatori. I versi simultanei di Premier jour incrociano il passo di vita e morte, che si alterna secondo natura: “la maison dans la ville/ la ville dans la nuit/ la mort dans un cri/ et l’enfant dans la vie”.

In appendice: breve rassegna – varietà del collage.

Collage al museo si svelano attraverso l’intento precoce di una partizione della natura dipinta da Filippo Franzoni; attraverso la traduzione di un concetto lirico e razionale nel rilievo in legno dipinto di Gianni Metalli che dà ritmo pacato alla geometria; attraverso la traduzione di un concetto della natura nelle pietre lavorate e disposte in polittico, con inserti minerali e vegetali, da Gianfredo Camesi. E ancora, attaverso le citazioni, colte con ironia, tese nel dialogo fra antico e contemporaneo da Stefano Donati – autore dell’assemblaggio chiamato ‘colonna rostrata e albero della cuccagna’ – luogo della contaminazione dove si compie la sintesi improbabile di diversi umori, dove l’inserto classico si combina al motivo vegetale. Altri esempi: stampe con foto applicate di Paolo Mazzuchelli, fiabe legate da un filo di lana di Francesco Casorati e un arazzo di carta di Mariarosa Mutti che dispone ritagli d’incisioni dipinte.Film d’arte, non documentari, ha girato Adriano Kestenholz in rapporto alle moste di Villa dei Cedri. sono video-collage” costruiti per capitoli, in sequenze in frammenti che si richiamano – forme e valori in contatto fra loro: staccati ma uniti – condoti secondo il ritmo che si dispone alla ripresa anaforica, sul bordo dell’immagine. Collage in catalogo e alla mostra, per capitoli e stanze – in corrispondenza fra loro. In armonia, si coniuga la differenza. Linguaggio comune si esprime nel segno di carattere individuale – con singolarità: nella varietà della lingua e dello stile di ciascun artista, per l’accordo di frammenti sensibili. Sembra prevalere l’immagine raffinata dell’astrazione lirica, il sentimento di una geometria dolce che si disegna in tensione, sottile con estrema sobrietà: Arp, Magnelli, Valenti, Bazaine, Della Torre, Paolucci. Sperimentazione diversa nella misura, ludica con passione e narrativa con ironia, assemblano nelle loro carte continue Bonnefoi e Voss. Prove di materiali diversi, come il legno incollato e dipinto, guidano le ricerche condotte da Louise Nevelson e Moser, che con un originale modello in omaggio a Schwitters apre il percorso sul frammento poetico nella varietà del collage. La sua consapevolezza nell’uso dei materiali e nella pratica del linguaggio, si attua puntuale come nel contesto di arte e natura, dove Moser dipinge le pietre bianche estratte dalla natura e destinate alla scultura in trasformazione. Altra scultura rispetto a quella che assume il collage, per inserto tipografico – prima dipinto, poi applicato – per incollature successive fino alla creazione del modello, dell’assemblaggio e della sua particolare concezione di peinture collagée’. In ordine sparso rispetto alla selezione attuale, si accosta a Moser l’esperienza di Louise Nevelson che scrive l’immagine con lamelle di legno applicate sulla composizione frontale: quadro in cui legno è segno. Una speciale attenzione ai materiali accorda Flavio Paolucci che traduce in uno stile raffinato il suo profondo concetto della natura, essenziale nella resa allo sguardo: carta nepal e fuliggine sono elementi della sua lingua poetica, composita. Per via di semplificazioni successive – secondo il gustoso pradosso che recita: accumulare per levare – si orientano le ricerche di Arp, Magnelli, Valenti e Della Torre regolate nella giusta misura da un atteggiamento insieme lirico e razionale, che sa mitigare le estremità dello slancio emotivo e del rigore concettuale. Bazaine, in assonanza poetica con Valenti, ritaglia le onde e il volo, disegna figure legate alla leggerezza: leggerezza delle carte che battono come ali di farfalla e toccano i nostri sensi. Le strisce continue di Jan Voss: partiture che registrano segni e oggetti trovati nel corso del tempo, disposti secondo una rapida trascrizione sostenuta dal colore. Le strisce tagliate da Christian Bonnefoi: rappresentazione di un polittico in movimento, che trattiene la forza delicata di un’esplosione lirica. La compagine di questo collage accoglie l’energia della varietà di lingua e stile: frammenti di poesia organizzano un discorso di qualità, un ideale mosaico resistente alle difficoltà del tempo; questo collage esprime il valore della differenza: invita al rispetto e suscita la bellezza di cui abbiamo tanto bisogno nella stagione difficile che stiamo vivendo. Il collage ricompone l’incanto della vita quotidiana: l’insieme delle grandi e piccole cose che vorremmo mantenere intatto nel contino scambio di valori fra il vecchio e il nuovo – con leggerezza, nel segno della poesia. Sono riconoscente a Daria Caverzasio Hug che mi ha suggerito l’idea del collage. Ringrazio Carolina Leite che mi ha accompagnato alla scoperta dello spirito del collage.

Bianchi, Matteo, Collage, una poetica del frammento, in Collage una poetica del frammento, Edizione Museo Villa dei Cedri – Pagine d’Arte, Capriasca, 2010, p.15-23